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Mobbing e comportamenti ostili del dipendente

Gli atteggiamenti ostili del dipendente vessato non escludono il mobbing.

Il datore di lavoro che pone in essere una serie di condotte vessatorie e persecutorie nei confronti di un dipendente, mette in pratica comportamenti destinati ad opprimerlo con la “consapevolezza”, dimostra di fatto la palese intenzione “vessatoria”.

Ne consegue che il lavoratore vessato ha diritto a richiedere il risarcimento dei danni subiti, essendo integrata appieno la relativa fattispecie di mobbing. Nel caso di specie trattavasi mobbing verticale le cui condotte provenivano dal superiore gerarchico.

L’eccezione formulata dal datore di lavoro circa gli atteggiamenti ostili che sarebbero stati tenuti dal dipendente non può condurre ad una decisione diversa, dal momento che il datore di lavoro non è in ogni caso legittimato a comportarsi in tal modo. 

Ciò è quanto ha la Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, con la sentenza n. 18808/2019.

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